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15 febbraio 2007

Da novembre un carcere egiziano ha come ospite il blogger Abdelkareem Nabil Soliman, accusato di vilipendio al presidente e di incitamento all'odio contro l'Islam.
La colpa di Kareem è aver criticato dal suo blog alcuni professori dell'università Al Azhar, la principale scuola sunnita del Cairo.
Incarcerato per aver detto la propria opinione che, probabilemente, non è molto vicina alla realtà dato che ritengo difficile che governo e polizia si sarebbero mobilitati se tali affermazioni fossero state di poco conto e senza fondamento.

"Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa
e parlare diventa un obbligo.
Un dovere civile, una sfida morale,
un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".

Così scriveva Oriana Fallaci, così pensava Kareem quando denunciava quello in cui credeva. Sostenere la liberazione di Kareem è un dovere per chiunque scrive, legge e vive nella blogosfera: FREE KAREEM!!


P.s. - Per scrivere una mail all'ambasciata egiziana a Roma e mandare la petizione, l'indirizzo è ambegitto@pelagus.it.
Quì trovate invece la campagna web a sostegno del blogger.
Iniziative importanti su Blogosfere.


Alessandro

08 febbraio 2007

E' iniziata la vera rivoluzione?

"Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader". E' la posizione dell'editore del New York Times, Arthur Sulzberger, in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano israeliano Haaretz.
Il sito web del New York Times è salito al milione e mezzo di visitatori al giorno, contro l'1,1 milioni di abbonati all'edizione cartacea.


Di contro, da quattro anni la società editrice del quotidiano registra bilanci in rosso.
Perdite che affrettano i tempi di transizione dal cartaceo alla Rete, ammette Sulzberger.
"Il New York Times è in viaggio - spiega l'editore - e questo viaggio finirà quando la società smetterà di stampare il giornale. Quella sarà la fine della fase di transizione". E' un processo che ha portato di recente, ad esempio, ha ricordato Sulzberger, a fondere i desk redazionali del giornale stampato e di quello online. E' anche un processo, ha spiegato ancora l'editore, "che deve fare i conti con le resistenze professionali, con la sfida della raccolta pubblicitaria e con le conseguenti pressioni degli inserzionisti, con la concorrenza dell'informazione capillare, incontrollabile, globale e gratuita dei blog, dell'adeguamento alle sempre nuove piattaforme tecnologiche su cui vengono veicolate le notizie".


Insomma, qualcosa si muove.....



Alessandro
Da Repubblica


 
Non voglio dimostrare niente, voglio 
mostrare. Federico Fellini